martedì 24 gennaio 2012

n. 1 Gennaio-Marzo 2012 - Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
   
 
Periodico trimestrale d'informazione sulle Cause di Canonizzazione del Venerabile sac. Raffaele Dimiccoli e del Servo di Dio sac. Ruggero Caputo
 
Prepariamoci a vivere l’Anno della Fede
con il servo di Dio don Caputo
“... finché Cristo non sia formato in voi!” (Gal 4,19)
“Il Cristianesimo non è una nuova dottrina o una nuova morale. Cristiani siamo soltanto se incontriamo Cristo”; così ebbe a ribadire il Santo Padre Benedetto XVI durante l’udienza generale del mercoledì 3 settembre 2008. È solo in questa relazione personale con il Signore Risorto che possiamo sperimentare la Sua presenza, “possiamo toccare il Cuore di Cristo e sentire che Egli tocca il nostro”. Questa è stata la felice esperienza dei discepoli di ogni tempo che, lasciandosi conquistare e pervadere dalla Sua presenza, si son fatti apostoli, testimoni della Sua risurrezione: “Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della Vita […], quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi" (1Gv 1,1.3).
Per colui che sperimenta la presenza benefica del Cristo che per nostro amore ha dato tutto se stesso fino alla morte, non conta più nulla; anche ciò che prima era fondamentale ed essenziale diventa“spazzatura”. Non è più “guadagno”, ma una “perdita”, perché ormai conta solo la vita in Cristo Gesù. Questa è stata l’esperienza di Paolo (cfr Gal 2,20; Fil 2,7-8), questa è stata anche l’esperienza del nostro indimenticabile servo di Dio don Ruggero Caputo il quale, conquistato pazzamente da Gesù si è fatto banditore del Suo amore in mezzo ai fratelli, senza 
paura di essere ostacolato e perseguitato a causa del Suo Nome. Sua unica finalità nelle fatiche apostoliche fu quella di“condurre ad ogni costo ogni persona a Cristo”, cominciando dai piccoli e dai giovani, “cera vergine”, perché potessero “sciogliersi” davanti a Lui, in quanto Lui solo può sciogliere le nostre ansie e i nostri timori, e colmare le nostre attese.
“Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” (Gv 6,68), disse un giorno l’apostolo Pietro, dopo aver sperimentato i gesti di amore e di compassione del suo Maestro divino.
Infatti, se Gesù ha dato la vita per tutti noi, fino a versare il suo sangue, potrebbe mai Egli tradire la nostra fiducia e condurci per sentieri sbagliati?
Di qui il monito lanciato dal nostro Servo di Dio - forte della sua esperienza di direttore di anime - a stare in guardia per resistere contro la diffusa cultura nichilista che tenta in tutti i modi di strappare Cristo e il suo messaggio dalle nostre coscienze. Per i fedeli che l’ascoltavano - prendendo in prestito alcune espressioni di padre David M. Turoldo - don Ruggero fu “spada di fuoco”, pronta a riscaldare i cuori, a sciogliere il gelo della indifferenza, dell’ostinatezza e della sfiducia, e per illuminare le menti confuse. Ma fu anche “linea fulminante”, pronta a consumare l’oscurità della notte. Quanti, grazie agli ammonimenti racchiusi nel fermo consiglio e al discernimento fatto sotto la sua guida sicura, hanno ritrovato la via maestra che porta a Cristo! Ancora una volta egli ci esorta a lasciarci formare e pervadere da Gesù benedetto, l’unico amico che non tradisce, che non può farci del male. Spesso diceva: “Senza di Lui è tenebra dentro di me, e attorno a me non senso”.
È stata una vera grazia per Barletta l’essere stati affiancati da santi sacerdoti “teofori”, quali don Caputo e il venerabile don Raffaele Dimiccoli, che ci hanno fatto respirare il soprannaturale come una cosa naturale. Se la nostra città benedetta è stata terreno fecondo di oneste famiglie, vivaio privilegiato di vocazioni sacerdotali e religiose - soprattutto di donne che ancora riempiono tanti monasteri di clausura e istituti di vita religiosa - questo lo si deve al radicato amore per Cristo succhiato fin dal seno materno, perché predicato e testimoniato da tanti degni ministri dell’altare.
La fortuna di un buon sacerdote è se lascia nella parrocchia il profumo delle sue virtù. Profumo per la parrocchia ma profumo anche per la Diocesi.
A volte, infatti, la fortuna della diocesi è la presenza di qualche sacerdote che ha fatto scuola, che è stato maestro di vita spirituale, che ha istruito bene, che ha creato delle personalità sicure in mezzo ai suoi giovani, che adesso sono uomini. Il Santo Padre ha annunciato che nel prossimo 11 ottobre aprirà l’Anno della Fede, in occasione del cinquantesimo di apertura del Concilio Vaticano II. In questo periodo: “Dovrà intensificarsi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo… perché - puntualizza il Pontefice - ognuno senta forte l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre”.
Sia il grido corale quello del nostro amico di viaggio, don Ruggero Caputo, grido carpito a sua volta dalle labbra e dal cuore infuocato del suo maestro, il venerabile mons. Raffaele Dimiccoli: “Signore, accrescici la fede! Signore, conservaci la fede!”.
Mons. Sabino Amedeo Lattanzio
Postulatore Diocesano

tratto da: www.dioeifratelli.it
n. 1 Gennaio-Mar

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